2099

Home
25
Nov

The Day of the Doctor

Iniziamo, doverosamente, con i ringraziamenti a Rai 4 per averci permesso di vedere, finalmente in tempo reale, la puntata celebrativa per i 50 anni di vita del Dottore.

E veniamo all’episodio. Per i vecchietti, come me, due sono stati i momenti davvero emozionanti della puntata.

Il primo, naturalmente, è l’inizio, con la sigla originale, in bianco e nero, del 1963. Il secondo è l’apparizione, quasi commovente, di Tom Baker, vera icona storica del buon Dottore.

Ma com’è questo The Day of the Doctor? Sinceramente mi è sembrato un  buon episodio in linea con i vari “Three Doctors”, “Five Doctors” e tutti gli altri episodi celebrativi, ma nulla più.


Due le cose che ho trovato più stonate.


La prima è stata il cattivo sfruttamento del personaggio di John Hurt. Questo dottore sconosciuto, “the war Doctor”, che era stato presentato alla fine della settima stagione, come il lato oscuro e quasi malevolo del Dottore, non mantiene le attese e si dimostra fin troppo buonista.

Il secondo, forse ancora peggio, è il colpo di spugna che viene dato alla storia recente del Dottore (e non aggiungo altro).

Purtroppo non è una novità della gestione Moffat, visto che sia la sesta che la settima stagione del “nuovo” Dottore sono finite a tarallucci e vino, con buona pace dei fan hard-core, che la pensano diversamente.

Con questo non voglio dire che Day of the Doctor non sia un buon episodio o non contenga bei momenti.

C’è il piacevole ritorno di David Tennant nei panni del decimo Dottore, a mio avviso il migliore della nuova era, senza nulla togliere ad Ecclestone e Smith.

C’è Billie Piper, ci sono gli Zygon e la figlia del brigadiere Lethbridge-Stewart e, purtroppo anche Clara.

Permettetemi una digressione. Non sopporto Clara come companion, consciamente perché mi ha dato fastidio vederla come una sorta di entità sovrana che si insinuava nella vita di tutti i dottori, dal primo all’undicesimo (la scena che la accosta, digitalmente, all’immenso William Hartnell è inguardabile, a livello recitativo), ma inconsciamente perché sono ancora troppo legato ad Amy Pond e alla splendida Karen Gillan.

Sinceramente, sia pure non apprezzi alla follia il tono buonista un po’ esagerato del Dottore moderno, non dobbiamo dimenticare che il serial nasce come programma per bambini, con elementi divulgativi, tipico della BBC degli anni 60.

Quindi ben venga il non voler trasformare Doctor Who in Torchwood, Dio ce ne scampi, ma un po’ più di coraggio non guasterebbe. D’altro canto i teenager degli anni 2000 sono ben più maturi e smaliziati dei ragazzi degli anni 60.

Share

blog comments powered by Disqus
Ultimo aggiornamento Lunedì 25 Novembre 2013 12:11