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17
Jul

PACIFIC RIM E IL SIMPATICO MISTERO DI COYOTE TANGO

Guillermo Del Toro ha studiato, e lo ha fatto bene. Ha messo su una pellicola profondamente statunitense ma fin troppo giapponese per poter essere capita fino in fondo dal pubblico a stelle e strisce.

Ma andiamo con ordine. Cosa sia Pacific Rim penso lo sappiate tutti. E’ il tentativo di portare finalmente sullo schermo dei robottoni che non siano Transformers e che, soprattutto, non abbiano già alle spalle un brand famoso a fare da traino.

Un’operazione rischiosa per molti motivi. Da quello di rendere il tutto una simpatica pagliacciata, all’effetto “Indipendence Day”, o “Godzilla”, se preferite, dietro l’angolo.

Del Toro li ha evitati entrambi, anche se a tratti il film può echeggiare alle due succitate pellicole.


Iniziamo dal comparto tecnico/registico. Certo, con la tecnologia odierna tutto è possibile e verosimile, ma i mezzi bisogna saperli usare. La mano del regista c’è e, fortunatamente, riesce a rendere verosimili, appunto, questi enormi robot che combattono i Kaiju, mostri provenienti dal profondo del mare, evoluzione maligna dei dinosauri che abitarono in passato il nostro pianeta (Getter Robo?)


I movimenti dei robot e le riprese sono ottime. Vedere, e sentire, il senso di pesantezza e potenza ogni volta che un Jaeger, così si chiamano le terrestri armi antropomorfe, si muove sullo schermo sono da premio Oscar.

Certo, alcune scelte sono veramente inguardabili, come i piloti costretti a fare lo step per far camminare i robot, situazione che ricorda più i Super Sentai che altro.

Ma, come dicevo, Del Toro ha studiato la sotto-cultura anime-manga e si vede. Prima di tutto la scelta dei termini che definiscono i due protagonisti principali, uno giapponese e l’altro tedesco, come in ogni anime o manga che si rispetti. Ed ancora, dal sincronismo dei piloti, stile Evangelion, alla lunga sequenza del ricordo di Mako Mori, tipicamente anime, al muro eretto a proteggere le principali città, come in Shingeki no Kyojin (Attacco ai Giganti).

Ma anche piccole cose, come il peschereccio in mare alla mercé del Kaiju salvato del Jaeger o il pulsante nel cockpit per richiamare la spada, con l’icona che ricorda da vicino lo spadone del Grande Mazinga. Oppure le assonanze dei nomi, Mako Mori-Yuki Mori.

E non mancano neanche le citazioni Made in USA. Il pilota di Gipsy Danger, ritirato dalla scena militare e impiegato nella costruzione dei muri che viene ritrovato dal suo vecchio comandante e riportato in prima linea ricorda fin troppo l’incipit di Rambo II.

Anche la trama, per quanto non troppo brillante, come un semplice episodio di un qualunque anime robotico medio, scorre via liscia e con il giusto senso dell’intrattenimento.

Però, purtroppo, di cose che non vanno, alla fine ce ne sono, eccome.

Il casting è da galera. Se togliamo gli unici due attori veri, Idris Elba e Rinko Kikuchi, rispettivamente il Marshall Pentecost (sigh!) e Mako Mori, e la divertita apparizione di Ron Perlman, il resto è un'indistinguibile teoria di bellocci da telefilm che si dimenticano in fretta.

Poi i personaggi! Ma, dico io, perché i piloti russi devono essere la moglie di Ivan Drago e Zangief? Se voleva essere una citazione fumettistica, è venuta davvero male.

E i due scienziati pazzoidi, macchiette del film? (per la cronaca, uno dei due è il torchwoodiano Burn Gorman). Anche qui, se voleva essere una citazione, che so, a Mazinga Z, non ci siamo proprio.

E, guarda caso, le parti meno convincenti del film sono l’inizio e la fine, dove l‘azione è più incentrata sulla parte militare e sugli scontri di forza.

Comunque, a conti fatti, il film è un ottimo esempio di entertainment neanche male, una sorta di demo di quello che si potrebbe fare, magari con veri attori e una trama più consistente.

Rimane il fatto che finché non ci libereremo, cinematograficamente parlando, del fenomeno Transformer, per gli USA i robottoni sono e saranno sempre quelli e difficilmente vedremo qualcosa di diverso.

A, quasi dimenticavo, il motivo del titolo. Il Jaeger Giapponese, Coyote Tango, che doveva essere, almeno dai lanci pubblicitari, alleato degli altri robot salvatori della Patria, è scomparso dalle scene, apparendo solo, e praticamente irriconoscibile, nel ricordo di Mako. Cosa sarà successo?

2099 ipotizza che la somiglianza con un altro famoso robot, sigla RX-77-2 e più amichevolmente conosciuto come Guncannon, abbia fatto drizzare le orecchie alla Sunrise. Possibile? ;)

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Ultimo aggiornamento Giovedì 18 Luglio 2013 08:37