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Inception

Alcune brevi note a proposito di Inception:
Buon film, da vedere senza alcun dubbio, certo niente di nuovo sotto il sole per quanto riguarda la trama: tutte cose gia viste e riviste per il pubblico degli appassionati di fantascienza ma ben scritte e confezionate, ottimi effetti speciali, semplici ma efficaci, giustificati dagli avvenimenti narrati (ed è un punto di merito) e soprattutto che non causano confusione, mentale e visiva, nello spettatore che magari si è stufato di lampi e botti buttati a casaccio tanto per far vedere quanto sono diventati bravi con i computer a Hollywood.

Unica critica il film è troppo lungo, almeno mezz'ora di troppo, qualche mitragliata ed un pò di melassa sentimentale in meno e sarebbe stato perfetto.

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Avatar

James Cameron è un ottimo regista. Sono un cultore dei suoi Terminator, Aliens lo ritengo il più bel film della saga, mi diverto da morire ogni volta che rivedo True Lies e, vi confesso, ho amato anche Titanic.

Dopo una tale premessa però, non mi vergogno di dire che, per me, Avatar, è una cagata pazzesca!

Citazione a parte, cerco di argomentare, sia pure brevemente, una tale affermazione.

Avatar è uno spot, o meglio una demo, della rinnovata tecnologia 3D che, a onor del vero, funziona egregiamente e fa la sua scena.

Visto che tutte le forze erano schierate nel comparto tecnico, ci si è dimenticati che un film necessita ancora di una storia e di una buona sceneggiatura per poter funzionare.

Di inventarsi qualcosa di nuovo, evidentemente, non c’era voglia, e allora ecco scattare l’operazione saccheggio, che in alcuni casi rasenta il plagio.

Ci serve un popolo alieno? Ci sono i Fremen, magari edulcorati dell’ underground mistico sostituito da un ambientalismo-naturalismo da operetta.

Ci serve un ambiente? Una bella foresta vivente interconnessa con gli abitanti, un grande network naturale, che strizza l’occhio, ma solo un po’ sia chiaro, al Ritorno dello Jedi con le sue creatura colorate.

La storia? Terrestri cattivi che hanno ormai sfruttato alla morte il proprio pianeta e vogliono prosciugare anche il mondo di fiaba di questi puffi di 3 metri (battuta non mia ma, se non ricordo male, di Zuzzurro e Gaspare) così ricco di una sostanza rarissima e costosissima.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 17 Febbraio 2010 16:48 Leggi tutto...
 

La Torma

Il lungometraggio di cui vi parlo oggi è una produzione italiana della Morpheus Ego diretta da Michele Pinto.

Quali fantastiche storie ci narra questo film?

Si parla di templari, certo, come vediamo nell’incipt ambientato nel profondo passato dove un cavaliere si scontra con strani monaci armati di sai (che siano agenti de “La Mano”?) ricalcando movimenti familiari a chi ha apprezzato Matrix.

E si parla anche di mistero, attraverso una sorta di viaggio-pellegrinaggio alla ricerca del segreto dell’antico ordine.

La storia è comunque focalizzata su un gruppo di amici, sapientemente caratterizzati, e dalle dinamiche dell’interazione delle loro vite.

Abbiamo quindi il giovane e talentuoso regista Benny, alla ricerca della svolta della sua vita, il rampollo della famiglia imprenditoriale Luchino che vuole iniziare un suo business, il maestro di arti marziali Yama con la sua saggezza orientale e la sua ragazza Cleo, il borioso Rico, sempre pronto alla battuta sferzante in ogni occasione e il mistico Stefano, dalle cui ricerche si svilupperà il percorso della storia.

In più una serie di personaggi di contorno tra cui spicca Pasquale, gretto e provinciale, che gira l’Italia per concorsi per ottenere il tanto agognato posto fisso.

La trama, che non vi svelerò invitandovi a vedere la pellicola, tocca nel suo sviluppo anche temi piuttosto importanti e cruciali, come l’usura, il lavoro e il degrado paesaggistico, mantenendo comunque un tono leggero.

 Ma il fulcro vero e proprio del film, al di là delle tematiche tra il mistero e la vita di tutti i giorni, è nell’atto d’amore, vero e sincero, verso la terra in cui la storia è ambientata e da cui provengono attori e operatori, la Puglia, della quale ci vengono mostrate, non senza un sottile velo critico, le bellezze e i meravigliosi luoghi pieni di storia, cultura e civiltà.

Il film di per se non è esente da una serie di difetti tipici di una pellicola a metà strada tra l’amatoriale e il professionale, con una sceneggiatura a tratti troppo prolissa con dialoghi al limite del didascalico, ma va dato atto dello sforzo realizzativo del regista, della troupe e del bel gruppo di attori protagonisti nonché alla scelta dell’immagine, in alcuni casi livida e quasi “sporca” che bene si adatta ad alcune fasi del racconto.

Aspettiamo tutto il gruppo alla prossima prova certi che produrranno un’opera ancor più matura ed interessante.

[NdR: questo breve intervento doveva essere redatto già da molto, moltissimo tempo. Mi scuso dell’inusitato ritardo con tutti gli interessati ed in particolare con Felice che mi ha fornito la pellicola]
 

TERMINATOR? SALVATECI!!!

Chi è solito onorarmi con la lettura dei miei saltuari interventi su film e serie delle quali mi diletto a tracciare una piccola recensione sa che sono solito argomentare, più o meno approfonditamente, le mie opinioni.

Con il nuovo capitolo cinematografico di Terminator, Salvation, ho l’impressione di perdere il mio tempo e, nel contempo, farne perdere anche a voi.

Sintetizzando, se cercate un prodotto popcorn che si collochi a metà strada tra “Independence Day” e “Transformers”, pieno per almeno tre quarti della sua durata di mirabolanti, quanto inutili, effetti speciali e per il resto riempito da una trama che definire banale, scontata e telefonata è quantomeno un complimento, bene, correte pure al cinema.

Ma se per caso amate la saga di Terminator, dai due capolavori di James Cameron al pur buono “Rise of the machine”, senza tralasciare Sarah Connors Chronicles, restate pure a casa e risparmiatevi prezzo del biglietto e la successiva arrabbiatura.

In Salvation si è persa letteralmente ogni pur minima traccia della forza ispiratrice della serie e del suo ottimale equilibrio tra azione e profondità di lettura. Ci troviamo, purtroppo, di fronte ad un prodotto usa e getta perfettamente in linea con la tendenza attuale del cinema a stelle e strisce con una trama buona, ad essere generosi, per un TV o un B movie.

Ma quello che delude di più è la desolante mancanza di una sceneggiatura forte e convincente supplita da un susseguirsi inutile di esplosioni ed inseguimenti e dall’introduzione del nuovo personaggio, Marcus Wright, fuori luogo e fuori tempo, in tutti i sensi. E purtroppo la non-sceneggiatura non aiuta a fare luce sulla serie di paradossi e assurdità inspiegabili che si generano di scena in scena.

Certo, è solo sf, qualcuno potrebbe obiettare. Esatto, ma ha la (s)fortuna di portare un nome nobile nel titolo, quello di Terminator.

E per concludere mi chiedo come mai il sempre ottimo Christian Bale sia rimasto coinvolto in questo pasticcio, disperso in una selva di attori decisamente anonimi ed apparizioni computerizzate (povero Schwarzenegger…) tra cui spicca, a ragione, quel grandissimo caratterista che risponde al nome di Michael Ironside, che apprezzo sempre con grande piacere, nelle sue indimenticabili apparizioni, sin dai tempi del lontano Visitors televisivo.

Se questo è il futuro della saga allora è meglio “terminarla” (o guardarsi Terminenzio, ma questa è un’altra storia).
 

Starship Troopers 3: Marauder

L’ormai decennale saga iniziata, in maniera geniale, da Paul Verhoeven nel 1997, ha visto nel 2008, il suo attesissimo terzo capitolo.

Starship Troopers è stato, fin dalla sua prima uscita, un film molto discusso e troppo spesso male interpretato da chi non è mai riuscito a cogliere la sua vena dissacrante e parodistica esaltata dai magnifici intermezzi delle news federali e dall’atmosfera simil-nazistoide volutamente esasperata.

Questa nuova avventura, diretta dallo sceneggiatore di tutte e tre le pellicole, Edward Neumeier, vuole essere il vero seguito del primo film, laddove la seconda pellicola sceglieva una strada decisamente alternativa.

Il film ha purtroppo alcuni limiti strutturali che si vedono in maniera chiara già ad una prima visione. Prima di tutto è un direct-to-video, il che limita, e parecchio, le possibilità di creare una storia di ampio respiro. Storia che è decisamente latitante in quanto la trama portante è fin troppo chiara e “telefonata”, lasciando presagire, fin dalle prime scene, quale sarà buona parte del corso degli eventi.

Altro limite evidente è dato dal gruppo principale di interpreti, tutti di estrazione televisiva, che, seppure mettano tutto il loro talento nelle scene, non emergono in maniera evidente. E’ il caso di Boris Kodjoe, generale braccio destro del Maresciallo dell’Aria, che sembra più un giocatore di basket in trasferta che un perfetto soldato o di Stephen Hogan, il Maresciallo di cui sopra, fin troppo stralunato nella sua interpretazione.
Ultimo aggiornamento Venerdì 27 Febbraio 2009 17:52 Leggi tutto...
 


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